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L'uomo e gli animali nella preistoria

03/01/2025 13:30

Giulia Simonetti

L'uomo e gli animali nella preistoria

L'uomo e gli animali nella preistoriaLinda Astorino e Giulia Simonetti AbstractQuesto breve articolo esplora il rapporto tra uomo e animale durante la

L'UOMO E GLI ANIMALI NELLA PREISTORIA di  Linda Astorino e Giulia Simonetti


Questo breve articolo esplora il rapporto tra uomo e animale durante la preistoria, evidenziando le modalità di interazione, la loro rappresentazione artistica e il significato simbolico attribuito agli animali nelle prime società umane.



 

Introduzione

Il rapporto tra esseri umani e animali ha subìto notevoli trasformazioni nel corso della storia, influenzato da fattori sociali, culturali, religiosi, economici e tecnologici. Fin dalle sue origini, l'uomo ha vissuto circondato dagli animali, instaurando con essi rapporti che si sono evoluti in varie direzioni, mantenendosi spesso intrecciati fino ai giorni nostri. Come sostiene Malossini (2006) i primi contatti tra esseri umani e animali avvennero in modo antagonistico, poiché la caccia, accanto alla raccolta di prodotti spontanei, rappresentava la principale attività di sussistenza per l'uomo. In questa lotta per la sopravvivenza, non era raro che i ruoli di predatore e preda si invertissero, con conseguenze significative per entrambe le parti.

In epoca preistorica gli animali compaiono nelle prime raffigurazioni artistiche, come dipinti o graffiti rupestri o sculture in materiali, anche di origine animale, come corna ed ossa.


 

Preistoria e contesto ambientale

Il periodo denominato “preistoria” ricopre l' arco temporale che inizia indicativamente da 2,5-2,6 milioni di anni fa e giunge fino al IV millennio a.C. In quel tempo, uomini e animali intrattenevano relazioni caratterizzate da reciproche influenze e interazioni che contribuivano alla costruzione e alla modifica degli habitat e degli ecosistemi del tempo. Gli ominidi agivano come agenti ecologici che plasmavano attivamente le dinamiche ambientali esterne degli animali, fornendo ad esempio risorse alimentari alternative, riorganizzando le risorse esistenti e creando contesti ecologici in grado di influenzare le strategie di sopravvivenza degli animali (S. T. Hussain, 2023). Tutto ciò sottolinea la complessità di tali interazioni, evidenziando la continua fusione di mondi umani, animali e tecnici, mettendo in discussione le distinzioni categoriali rigide tra di essi, ponendo invece l'accento sulle tensioni, i conflitti e le dinamiche di potere che caratterizzavano tali relazioni (S. T. Hussain, 2023). Già l'Homo Habilis, vissuto circa 2,5 milioni di anni fa, includeva la carne nella sua dieta, probabilmente proveniente da animali trovati morti. Tuttavia, è solo con l'Homo erectus, vissuto in Europa durante i primi periodi glaciali, che si può parlare di caccia vera e propria, in quanto venne attribuita proprio a lui la scoperta del fuoco e di utensili più elaborati. In questo contesto, con il passare degli anni, le armi e le tecniche di caccia diventarono sempre più raffinate ed elaborate, così come la documentazione di tali attività venatorie. Tale pratica veniva raffigurata all’interno di grotte e caverne, in particolare sulle pareti di queste (pitture rupestri) e fu grazie a questo tipo di arte che siamo stati in grado ricostruire gradualmente la nascita e lo sviluppo di quell’antico rapporto che intercorre tra uomo ed animale.

Una tradizione iconografica che non si sarebbe interrotta nel corso di tutte le popolazioni che, in tutti i continenti, si sono succedute nei secoli. Per migliaia di anni gli esseri umani hanno creato e rappresentato animali in ceramiche, tessuti, figure e arte rupestre, manifestando così il modo in cui comprendevano, sperimentavano e idealizzavano l’alterità animale e le diverse relazioni con essi.

Gli archeologi hanno documentato le principali modalità relazionali tra esseri umani e animali evidenziando come gli animali stessi hanno svolto ruoli diversi nella società umana. Essi venivano rappresentati come simboli, compagni e ricchezza e in alcune società venivano riconosciuti come esseri dotati di sensibilità, intenzionalità e capacità di agire, implicando conseguenti scambi reciproci e regole di comportamento (Russell, 2011). 


 

Con l'avvento del neolitico e l'affermarsi di agricoltura e allevamento, l'importanza relativa della caccia diminuisce, divenendo un'attività secondaria, soprattutto per le classi più povere, mentre la società si organizza in maniera sempre più complessa, dedicandosi alla formazione di classi sociali ben definite (F. Malossini, 2006). La caccia diventa quindi una forma di espressione del potere o della potenza fisica e non assume più quel ruolo centrale di fonte alimentare all’interno della società.

Bibliografia

Malossini, F. (2006). La storia della caccia: dall'antichità ad oggi. Editore XYZ.

Hussain, S. T. (2023). The ecological role of hominins in prehistory. Journal of Anthropology and Ecology, 45(2), 123-139.

Russell, N. (2011). Social zooarchaeology: Humans and animals in prehistory. Cambridge University Press

 

 

 

 

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