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La coscienza animale

03/12/2024 17:30

Angelo Tartabini

La coscienza animale

LA COSCIENZA ANIMALE di Angelo Tartabini      Allo stato attuale delle cose, sembra che nessuno possa dire di possedere una verità scientifica sulla c

LA COSCIENZA ANIMALE di Angelo Tartabini 

 

    Allo stato attuale delle cose, sembra che nessuno possa dire di possedere una verità scientifica sulla coscienza, ma tra questa difficoltà e il sostenere che la coscienza non esiste e nemmeno negli animali, ce ne passa.

    Si può dire, per ora, che la coscienza è una funzione psicologica privata, vissuta in prima persona e quindi irriducibilmente soggettiva, una categoria ontologica del mentale. Si tratta di un processo e non di una cosa. Sopravviene sul fisico anche se dipende totalmente dai corrispondenti stati neurofisiologici del cervello. Comunque sia, la coscienza non è solo questo, è qualcosa di più complesso perché ci consente di conoscere, ad esempio, la gioia, la sofferenza, l'innamoramento, di vivere degli stati mentali come quelli agonistici, sessuali, cooperativi, affiliativi, di prendersi cura di noi stessi, degli altri, di divertirci e di nutrirci.

       Nel tempo molti filosofi si sono espressi sulla coscienza, ma una voce molto autorevole in questo campo è stata quella, non di un filosofo, come era da aspettarsi, ma di un neuroscienziato, Antonio Damasio il quale sostenne che esistono due tipi di coscienza:

  Core consciousness (coscienza nucleare) e Extended consciousness (coscienza estesa). La nucleare è una coscienza momentanea di un evento sensoriale e viene ricondotta al funzionamento delle strutture corticali filogeneticamente più antiche (di cui dispongono quasi tutti gli animali), quelle del sistema limbico, della formazione reticolare, quelle che regolano l'omeostasi, il ciclo sonno/veglia, l'attenzione, le emozioni fondamentali quali la gioia, la tristezza, la paura, la rabbia, la sorpresa e il disgusto.

     Il secondo tipo di coscienza (Extended consciousness) viene invece ricondotta alla memoria autobiografia e al funzionamento, soprattutto, dei lobi frontali e parietali, cioè a capacità mentali “superiori” come il linguaggio articolato che ci consente di comunicare le nostre esperienze soggettive.

    Inoltre, per Damasio, la coscienza estesa genera poi la coscienza morale, che non è un manuale di regole scritte o tramandate a voce, come qualcuno potrebbe pensare, ma un insieme di strategie comportamentali che servono per mantenere unito il gruppo, e quindi tutta la comunità in cui si vive, animale o umana che sia.

       Allora, se è vero ciò che sostiene Damasio, per quali ragioni, da questo universo di stati mentali, soprattutto quelli della coscienza, debbano essere esclusi gli animali? Perché, ad esempio, alle scimmie antropomorfe, deve essere negata la possibilità di avere delle passioni, delle credenze, di provare delle emozioni, oppure, perché no, di sentirsi orgogliose per aver difeso con successo un alleato in una lotta per la leadership? Poi, molti animali, soprattutto le scimmie, sanno “leggere” le intenzioni e il pensiero dei loro compagni e possono reagire ai loro stati intenzionali (si chiama teoria della mente), ad esempio, ai loro inganni, predisponendosi a contro-ingannare, come sanno fare molto bene i babbuini e gli scimpanzé. Inoltre, gli scimpanzé possono fare inferenze, sono capaci di pensiero riproduttivo, sono quindi molto creativi, possono distinguere una figura geometrica da un'altra e sanno contare almeno fino a 9. Inoltre sentono il bisogno di sicurezza, di stima e provano tutte le nostre stesse emozioni.

   Per quanto riguarda la creatività, chi non è più creativo di uno scimpanzé nella costruzione di alcuni strumenti, per esempio dei bastoncini che vengono infilati nei termitai per l'estrazione degli insetti? Inoltre si è scoperto che alcuni scimpanzé possono conoscere il valore terapeutico di alcune erbe che selezionano e poi mangiano per curarsi dissenterie e mal di pancia. In laboratorio degli scimpanzé hanno acquisito il significato di un certo numero di ideogrammi della scrittura giapponese quando venivano abbinati a dei lessigrammi (simboli astratti semplificati corrispondenti a ideogrammi o a parole). Altri sono riusciti a distinguere dei colori: rosso, giallo, arancione, verde rosa e blu. Altri ancora, con il linguaggio dei segni, hanno capito la differenza tra richieste del tipo: “Voglio una penna di colore rosso”, “voglio due penne verdi”, eccetera, distinguendo quantità e caratteristiche estetiche degli oggetti.

        Queste scoperte sugli animali, scimpanzé in particolare, hanno

proiettato una nuova luce sulla definizione di umanità, sul concetto di

coscienza, su quello di altruismo, solidarietà, riconoscenza, empatia, senso di colpa, gelosia, sdegno e anche ripugnanza. Per esempio, per interiorizzare il senso di colpa è necessario possedere una forma, seppur rudimentale, di coscienza, la consapevolezza di aver commesso un errore, qualcosa che non doveva essere fatto. Il senso di colpa probabilmente è un punto importante sul quale si sono basate le società dei primi Ominidi che hanno presto dovuto discernere, per sopravvivere, il bene dal male. Nel corso dell'evoluzione, il senso di colpa, si è diffuso tra le nostre cugine le scimmie, anche se in maniera più sfumata rispetto all’uomo, ma questo non vuol dire che non sia avvenuto.

   Se la solidarietà in una società umana o animale che sia viene a mancare si sgretolano i rapporti sociali e in questi casi gli individui rimangono soli, melanconici, meno reattivi, vulnerabili, soggetti a malattie ed a un peggioramento delle proprie condizioni mentali, perché psicologicamente più deboli e demotivati.

        In conclusione le scimmie vivono stati emozionali come noi, sanno essere altruiste, hanno una cultura, sono empatiche, hanno una teoria della mente, provano vergogna e hanno una morale sociale. In sostanza possiedono una coscienza, sebbene nei limiti delle loro capacità cognitive e intellettive.

 

Angelo Tartabini

 

 

Letture consigliate:

 

Boncinelli, Edoardo. 1999. Il cervello, la mente e l’anima. A. Mondadori Editore,

          Milano.

Damasio, Antonio. 1994. L’errore di Cartesio. Adelphi Edizioni, Milano.

Damasio, Antonio. 1999. Emozione e coscienza. Adelphi Edizioni, Milano.

Edelman, Gerald & Tononi, Giulio 2000. Un universo di coscienza. Biblioteca

         Einaudi, Torino.

Galati, Dario & Tinti, Claudia (a cura di). 2004. Prospettive sulla coscienza.

          Carorocci Editore, Roma.

Koch, Christof. 2007. La ricerca della coscienza. UTET Libreria, Torino.

Orbecchi, Maurilio. 2015. Biologia dell’anima. Bollati Boringhieri Editore, Torino.

Searle, John. 1997. Il mistero della coscienza. Raffaello Cortina Editore, Milano.

Tartabini, Angelo. 2020. La coscienza negli animali. Mimesis Edizioni, Milano,

          2020.

Tartabini, A. 2021. Pensiero animale. LIT Edizioni (Orme), Roma.

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