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Associazione multidisciplinare tecnico-scientifica per lo studio dell’interazione uomo-animale

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Intervista ISHAI ad Angelo Tartabini - la coscienza negli animali

03/06/2025 18:32

Silvia Giallorenzo

Intervista ISHAI ad Angelo Tartabini - la coscienza negli animali

Per Angelo Tartabini, professore ordinario di psicologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Parma, autore di numerose pubblicazioni di psico

Per Angelo Tartabini, professore ordinario di psicologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Parma, autore di numerose pubblicazioni di psicologia comparata, l’interesse per il mondo animale nasce molti anni fa quando, laurendo in biologia, si imbatte in due articoli di Jane Goodall, sugli scimpanzè del Gombe. Tartabini dopo la laurea si dedica ai primati, seguendo fin da subito un approccio comparativo uomo-animale.

Infatti, sostiene il professor Tartabini che, la comparatistica è fondamentale e che senza, non si possa arrivare gran ché in là nella ricerca scientifica. Sottolinea l’importanza della biologia e della scienza come background anche per chi si affaccia all’ambito della psicologia umana. È indispensabile avere un modello di riferimento per studiare l’essere umano e un modello di confronto anche da un punto di vista comportamentale.

Nel suo libro, La coscienza negli animali. Uomini, scimmie e altri animali a confronto, Tartabini esplora le somiglianze e le differenze tra la coscienza umana e quella animale. Partendo dalla premessa che la coscienza, sebbene ancora un enigma scientifico, è una caratteristica fondamentale della mente, l'autore si chiede se essa sia presente anche negli animali. La sua conclusione è affermativa: nei limiti delle loro capacità cognitive e intellettive, gli animali possiedono una forma di coscienza.

Tartabini sottolinea che le differenze tra la coscienza umana e quella animale sono principalmente quantitative, legate alla complessità del cervello e delle sue funzioni, piuttosto che qualitative. Ad esempio, uno scimpanzé è in grado di provare empatia, manifestare emozioni, formare legami affettivi, comprendere la morte e possedere una teoria della mente, ovvero la capacità di attribuire stati mentali a sé stesso e agli altri.

Già Darwin con la teoria dell’evoluzione mostra che esista una piena continuità tra esseri umani e altri animali.  Gli animali, come noi esseri umani, hanno possibilità di valutare gli stati emozionali e di elaborarli. Tutte le funzioni psicologiche che troviamo nell’essere umano le ritroviamo anche negli altri animali ad eccezione della sola diffusione culturale attraverso il linguaggio articolato. Anche gli animali manifestano trasmissione culturale, ad esempio attraverso l’apprendimento sociale. Infatti, seppur più rudimentale della nostra, anche negli animali esiste cultura. Gli animali sono in grado di utilizzare artefatti rudimentali e di diffondendosi, le conoscenze, diventano vere e proprie tradizioni culturali soggette a pressioni selettive. Le conclusioni di Tartabini si basano su anni di ricerca sul campo, durante i quali ha osservato e studiato il comportamento delle scimmie in diverse parti del mondo, tra cui Giappone, Inghilterra e Olanda. Queste esperienze gli hanno permesso di raccogliere dati empirici che supportano l'idea di una coscienza animale, sebbene diversa nella forma e nell'intensità rispetto a quella umana.

Il lavoro di Tartabini solleva importanti questioni etiche e filosofiche. Se gli animali possiedono una forma di coscienza, ciò implica una responsabilità maggiore da parte degli esseri umani nel trattarli con rispetto e considerazione. La consapevolezza della loro capacità di soffrire, gioire e provare emozioni dovrebbe influenzare le nostre scelte in ambiti come l'allevamento, la sperimentazione scientifica e la conservazione ambientale.

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